Un’altra via per la Cambogia

È passato già un anno dal giorno in cui ho preso il mio zaino da 40 litri, l’ho riempito di qualche maglietta, due pantaloni, un k-way, un po’ di medicine alla rinfusa e sono partita per il sud-est asiatico. Prima tappa: Cambogia.  A volte mi sembra sia accaduto in un’altra vita, altre invece riesco ancoraContinua a leggere “Un’altra via per la Cambogia”

Romanzo di una crisi contemporanea: “Era una città” di Thomas B. Reverdy

Detroit una volta era una città, ma nel settembre 2008, quando il romanzo di Reverdy comincia, non ne rimane che uno sfocato ricordo: case abbandonate, fabbriche vuote, scuole chiuse. È l’effetto di una crisi finanziaria, industriale ed economica che vede la Lehman Brothers annunciare bancarotta a New York, e le grandi città industriali chiudere iContinua a leggere “Romanzo di una crisi contemporanea: “Era una città” di Thomas B. Reverdy”

Quello scherzo infinito che ci ha fatto D.F. Wallace

Il viola è un colore per cui ho sempre provato una sincera simpatia accompagnata da un timore quasi reverenziale. Chissà se non sia stato un caso che per l’edizione italiana di Infinite Jest è stata scelta una copertina con nuvole rosa che galleggiano su un cielo viola. Non so dire se sia il colore dellaContinua a leggere “Quello scherzo infinito che ci ha fatto D.F. Wallace”

Hanoi: può una città darti del tu?

Sono arrivata ad Hanoi il primo di marzo senza grandi aspettative. Ai miei occhi quel luogo aveva la colpa di essere una grande città e io, con la presunzione dei viaggiatori esperti, ero convinta che le grandi città fossero tutte uguali: chiassose, sporche, trafficate e maleodoranti. Sono arrivata ad Hanoi una sera tardi in cuiContinua a leggere “Hanoi: può una città darti del tu?”

Can a city call you by your own name?

I arrived to Hanoi on March the 1st without great expectations. In my eyes that place had the guilt of being a big city and I, with the typical presumption of the expert travelers, was convinced that big cities were all the same: noisy, dirty, busy and smelly. I arrived to Hanoi late one eveningContinua a leggere “Can a city call you by your own name?”

Natalia Ginzburg. “La città e la casa”: il racconto di un’assenza

Nella piccola casa dove sono cresciuta, c’era una libreria che occupava tutto il muro del soggiorno e che a me sembrava immensa. Forse un ospite di passaggio non avrebbe potuto indovinarlo, ma era divisa in due sezioni: a sinistra i libri di mio padre e a destra quelli di mia madre. C’erano dei doppioni quaContinua a leggere “Natalia Ginzburg. “La città e la casa”: il racconto di un’assenza”