Quando in redazione mi hanno proposto di scrivere di questa nuova libreria indipendente di Siena ‒ Rebecca ‒ frutto dell’impegno e della passione di due giovani donne ‒ Martina ed Assunta, rispettivamente classe ’91 e ‘87 ‒ ho subito pensato all’omonima pellicola del 1940 di Alfred Hitchcock. Rebecca – La prima moglie aveva per protagonista assente il fantasma di una donna forte e libera che tornava a tormentare il suo ricco ex marito e la sua nuova coniuge. È stato solo dopo aver intervistato Martina, nata a Siena ma vissuta in provincia, e Assunta, campana doc trapiantata qui per motivi universitari, che ho trovato un vero e proprio riscontro concettuale. Rebecca è una libreria forte e libera come chi l’ha sognata e poi realizzata. Fortunatamente per queste due giovani imprenditrici, del lato thriller hitchcockiano questo progetto ha ben poco: tutt’al più possiamo trovarlo tra gli scaffali della sezione cinema. Ma ora conosciamole direttamente.
Da dove e quando nasce Rebecca? Perché avete scelto in particolare questo nome?
Martina. Allora diciamo che se ti sei immaginata argomentazioni stratosferiche rimarrai un pochino delusa. La spiegazione è molto semplice. Intanto il progetto è nato da due donne e quindi volevamo che avesse il nome di una donna, inoltre anche libreria è un sostantivo femminile. Rebecca è un nome che ha convinto entrambe, poi andando ad indagare abbiamo scoperto che deriva dall’ebraico e che significa “tirare dentro” quindi ci è sembrato di buon auspicio per la nostra attività.

E da dove arriva l’idea di aprire una libreria indipendente?
M. Sicuramente in un primo tempo da Assunta ‒ dopo la laurea ha avuto il piacere di lavorare in una libreria italiana a Barcellona che si chiama Le Nuvole ‒ ma la passione per i libri che ci accomuna e che ci ha fatte incontrare all’università ha fatto il resto. Poi durante il lockdown io, reduce da un master in editoria, sono rimasta bloccata perché la casa editrice per cui lavoravo mi aveva messo in stand by mentre lei è stata costretta a tornare in Campania dalla sua famiglia. Eravamo piuttosto frustrate. È stato a quel punto che abbiamo cominciato a dare corpo a quest’idea della libreria: ci siamo dette che la pandemia sarebbe finita e che di conseguenza dovevamo sfruttare il momento di stasi per progettare una cosa che fosse solo nostra e che avesse un senso.
E alla fine avete aperto a maggio 2021…
Sì, il 29.
Siete state coraggiose! Cosa vi ha convinto ad aprire un’attività in questo momento storico di grande incertezza anche economica? Qual è stata la molla che vi ha fatto dire: «Non ce ne importa nulla, noi apriamo lo stesso»?
M. Guarda, noi siamo due tipe molto caparbie che credono veramente in questa cosa. Bisogna crederci perché altrimenti non si supera mai quello scoglio. A prescindere dalla pandemia, il mercato del libro ha già i suoi problemi: io e Assunta ci sentivamo in grado di affrontarli. Anche perché se si continua a rimandare un sogno magari poi ci si sveglia a 50 anni chiedendosi come sarebbe stato attivarsi per realizzarlo.
Però ho notato che fino ad adesso avete avuto un buon riscontro, siete molto attive, organizzate anche presentazioni di libri in luoghi molto belli di Siena come il giardino della Fondazione Conservatori Riuniti…
M. Sì, si tratta di un giardino interno di un ex convitto e in estate ci hanno dato la possibilità di utilizzarlo gratis anche se adesso è diventato a pagamento. La verità è questa: le attività culturali non vengono sostenute a sufficienza. Ci si lamenta sempre di volere eventi culturali ma per organizzarli facciamo una fatica bestiale. Ora abbiamo cominciato a farli qui in libreria in maniera contingentata, con green pass obbligatorio, però speriamo per la primavera di trovare nuovi spazi all’aperto.

I/le clienti quindi non mancano!
M. Sì, stiamo acquisendo la clientela anche se abbiamo vissuto una sola stagione, quella estiva, che è la stagione turistica. Quindi dobbiamo ancora conoscere bene il pubblico della Siena invernale… Ad esempio gli studenti non c’erano quando abbiamo aperto. Turisticamente è stata una bella estate: Siena si è riempita nonostante sia stato il secondo anno senza Palio.
La didascalia di un vostro post su Instagram recita: «Rebecca sarà la libreria di due giovani donne. Una di loro ama il cinema, l’altra la musica, ma entrambe amano leggere». Immagino quindi che all’interno della libreria ci siano delle sezioni espressamente dedicate…
M. Abbiamo inserito due sezioni abbastanza nutrite, in continua crescita, di libri che riguardano il cinema e la musica, sia per quanto riguarda la teoria che la pratica: abbiamo una parte dedicata ai dischi, una alle trasposizioni cinematografiche, una alle biografie degli artisti e delle artiste del genere. Nel comparto musica stiamo cominciando ad inserire oltre ai vinili usati anche i compact disc, i cd, perché ce li stanno chiedendo. Nel comparto cinema i dvd.
Ed ora due domande un po’ frivole, per confondere le carte. All’appassionata di musica, Martina, chiedo il film preferito. Poi vorrei sapere la canzone preferita di Assunta, appassionata di cinema.
M. Ma questa è una domanda a trabocchetto!
Assunta. Premettendo che non sono una grande esperta di musica, la mia canzone preferita è Costruire di Niccolò Fabi, che mi sembra anche molto significativa per quello che ho costruito insieme a Marti.
M. Io rispondo con una scoperta, ahimé, recente, perché si tratta di un vero e proprio cult: la trilogia di Before Sunrise di Richard Linklater.

Bellissime scelte. Vi è mai capitato di sentirvi osteggiate nella vostra professione soltanto perché donne?
M. Non in maniera così evidente. Forse più per l’età che per il genere, perché a volte quando si è giovane chi ti sta intorno diffida delle tue capacità di realizzazione.
A. Beh rimanendo sempre nell’ambito del sessismo, questo è un tipo di lavoro che forse viene attribuito più alle donne. Ma fortunatamente non abbiamo mai subito discriminazione diretta di genere. Più che altro a volte ci è stata rivolta una curiosità un po’ sarcastica del tipo “vediamo se ce la fanno”. Questo sicuramente. Ma lo vedranno con i loro occhi: noi saremo qui ancora per molto tempo. Poi, sai, la maggior parte della nostra clientela è costituita da giovani che ci sostengono perciò del resto non ci interessa molto!
Allora, proprio perché mi avete parlato di questo pubblico giovane, vi chiedo: che libro vi sentireste di consigliare a una o a un giovane adolescente che entra nella vostra libreria per la prima volta? Perché?
A. Siccome sta crescendo il nostro reparto LGBTQ+ e ci teniamo molto, sicuramente un romanzo come Non ci sono solo le arance di Jeanette Winterson o La lingua perduta delle gru di David Leavitt. Un ragazzo o una ragazza potrebbero apprezzarli ed arricchirsi. Si parla di temi attuali legati alla scoperta di sé, all’accettazione. In particolare il primo è un grande classico legato alla letteratura di genere.

Mi viene voglia di correre a Siena e comprarlo! Mi fa pensare ad un libro che ho letto recentemente, Ragazza, donna, altro di Bernardine Evaristo, che ho adorato…
A. Quello è molto bello. Ha riportato in auge in maniera originale delle tematiche attuali che a volte sembrano quasi scomparire… Siamo sempre in Inghilterra come ambientazione, tra l’altro!
Oltre alle sezioni di musica e di cinema cos’è possibile trovare tra gli scaffali della vostra Rebecca?
A. Si trova la narrativa divisa per Paese, saggistica, gialli, poesia e libri per ragazzi.
E da cosa siete orientate nella scelta dei volumi da proporre?
A. Di base dal nostro percorso di studi letterario e quindi siamo ispirate da quello che ci piace. Ma viviamo anche dei consigli che ci danno lettrici e lettori. Aggiorniamo costantemente una vera e propria wishlist grazie a cui proponiamo costantemente nuove opere. Poi sicuramente, prediligiamo le case editrici indipendenti.
Molto bene, adesso una domanda che per una rivista come la nostra è doveroso fare: quanto c’è dello spirito dei vostri luoghi d’origine dentro Rebecca? Quanto di Siena?
A. Noi abbiamo studiato qui, quindi sicuramente Siena ci ha accolte e adottate, inoltre Martina vive qui e suo marito è senese, anche troppo (ridiamo n.d.r.)! Ma nella nostra libreria c’è una non-senesità, nel senso che quando si entra nella nostra libreria si avverte subito un’influenza campana pecché io mi sento estremamente legata alla mia regione d’origine. Ci sono molti autori campani…

Per esempio?
A. Ermanno Rea, Pino Daniele, adesso arriverà THE PASSENGER su Napoli, c’è Toni Servillo, la Ferrante… Quindi si respira aria campana.
E per il resto?
A. Il resto è tutta la nostra storia precedente. Parlo anche a nome di Martina e del suo percorso di studi: c’è un’intera sezione slava perché lei è un’amante dei mattoni russi (ridono n.d.r) e quindi si può dire che Rebecca abbia una personalità slavo-campana, nel cuore di Siena.