Vincenza

L’assolo di civette snellisce la lama già sottile,

si stringe lo spazio tra un filo d’erba e l’altro.

Una signora anziana sale lentamente tre gradini,

i suoi passi lasciano impronte nell’aria.

Indugia sul pianerottolo,

sotto una fioca lampadina,

dentro la cornice del portico.

E si guarda indietro un istante.

La riesco a ricordare solo piegata dalla sua gobba

di fatiche, mai lamentate;

comprava da me le tagliatelle all’uovo,

qualche detersivo,

un po’ di formaggio;

nei giorni di festa il suo cortile si affollava di auto

e mia madre le vendeva l’arrosto girato.

Il nostro abitare il mondo è abitare delle intercapedini.

Spegne la luce e rientra in casa.

di Fabrizio Sani

L’opera in copertina è di Anita Zanetti

Fabrizio Sani

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