Non mi permetto di giudicarti,
come potrei?
Però è accaduto che ti abbia incontrata;
così voglio fissare delle immagini,
nitide ed immobili
come le stalattiti di gennaio
che bloccano a mezz’aria il loro congedo dalle grondaie.
Ho percorso le tue stradine tortuose ed arroccate
alla fine delle quali puoi trovare una pekara,
un cane randagio, un grandioso panorama o assolutamente nulla.
Il canto dei Muezzin, così magico e struggente
da finire col chiederti se provenga davvero da fuori
o sia dentro di te.
La neve, la neve, la neve;
il ghiaccio, l’ineluttabile capitombolo sul ghiaccio.
La neve.
E poi è così strano come i tuoi cimiteri di guerra
siano quelli che mi hanno lasciata più in pace.
Elisa Bernelli