Giffoni 53: indispensabile come i sogni

“Se puoi sognarlo, puoi farlo”, diceva Walt Disney o forse qualcuno dei suoi collaboratori. Quel che è certo, è che questa frase è stata fatta propria da quello che può essere a tutti gli effetti definito il Walt Disney italiano: Claudio Gubitosi, creatore nel 1971 del Giffoni Film Festival, il Festival di cinema per ragazzi più grande del mondo, che ormai solo Festival non è più: è luogo di incontro, occasione di scambio, spazio dove ogni giovane si sente accolto e libero.

Giffoni Valle Piana è un comune di 11.500 abitanti nella provincia di Salerno, circondato dai Monti Piacentini. Arrivando dal capoluogo, ci si lascia pian piano alle spalle il salsedinoso ambiente marino, per addentrarsi tra le montagne, le coltivazioni, le piante, la brezza leggera quando viene sera. Si giunge così a Giffoni, il convento di San Francesco sulla sinistra, la Cittadella del cinema, sempre in espansione, sulla destra. Il paese è attraversato dal fiume Piacentino – ora quasi secco ma pronto a rifocillarsi dalle prossime piogge – oltre il quale si trova il centro storico, la piazzetta Umberto I, il Giardino degli Aranci, i vicoli. Proprio tra queste strade e piazze, trascorreva la sua infanzia Claudio, quel bambino destinato a realizzare il suo sogno e a renderlo patrimonio mondiale, dimostrando come un’idea possa nascere e crescere in qualsiasi ambiente, persino il più piccolo e sperduto, e diventare un patrimonio globale, in uno spazio di crescita da portare con sé dovunque si vada.

Così ogni anno, gli ultimi giorni di luglio, la cittadina accoglie centinaia di migliaia di ospiti. Quest’anno, dal 20 al 29 luglio, si è svolta la 53esima edizione, dedicata al tema “INDISPENSABILI”, perché indispensabili sono i giovani, e ancora di più i loro sogni.  Ho avuto il privilegio di far parte della giuria nella categoria GENERATOR +18 (dai diciotto anni all’infinito), per la quale sono stati proiettati sette film provenienti da ogni parte del mondo, presentati dai loro registi e interpreti, sempre pronti a rispondere alle numerose e attente domande dei giurati. A vincere nella categoria Generator +18 è stato l’unico film italiano in concorso: “Il più bel secolo della mia vita”, diretto da Alessandro Bardani, interpretato da Sergio Castellitto e Valerio Lundini, distribuito in Italia da Lucky Red. Si tratta di una storia incentrata su una legge italiana secondo la quale, il figlio non riconosciuto alla nascita, può conoscere l’identità dei genitori biologici solo al compimento del centesimo anno di età. Così Giovanni, un trentenne adottato, incontra Gustavo, unico centenario non riconosciuto e insieme a lui parte per un viaggio ricco di emozioni, imprevisti e scoperte. È un’opera in grado di riproporre i toni della vera commedia all’italiana, di far ridere e piangere di fronte alla poesia del vivere e di ricordare a tutti i giurati che la giovinezza è in fondo in qualche modo eterna, proprio come tra l’altro dimostra l’esempio di quell’eterno ragazzo che è il direttore Claudio Gubitosi.

(www.italyformovies.it)

Nelle altre categorie, a trionfare sono state opere di cui protagonisti sono ragazzi alla ricerca del loro posto nel mondo, proprio come i ragazzi giurati fanno a Giffoni, con la fortuna che quello è un luogo protetto, dove saranno sempre accolti e ascoltati. Così, nella categoria Elements + 6 ha vinto “A cat’s life”, di Guillame Maidatchevsky, il viaggio di Clémence e del suo gattino nella campagna francese, in quella +10 “Lioness”, la cui protagonista è Rosi, una quattordicenne con più talento calcistico che fiducia in se stessa. I giurati della sezione Generator +13 hanno votato invece il film francese “The fantastic three”, di Michael Richter, che racconta la storia di tre adolescenti inventivi e volitivi costretti a fare i conti con la dura realtà della periferia. Infine, per i Generator +16 ha trionfato il lungometraggio “Normal,” diretto da Olivier Babinet, in cui la quattordicenne Luci, che si prende cura del padre affetto da sclerosi multipla, elabora con lui un piano complesso per far credere ai servizi sociali che i due vivono una vita perfettamente normale.

Le opere rimaste fuori dai riconoscimenti sono ugualmente dense di significato, inaspettate, sempre in grado di aprire una finestra nuova su angoli di mondo inesplorati. Ed è così che a Giffoni accadono i miracoli, attraverso l’incontro con gli autori di queste opere, pronti a svelare le loro fragilità e i loro punti di forza. 

Oltre agli autori dei film in concorso, nella sezione “Workshop” abbiamo avuto la possibilità di conoscere registi, sceneggiatori, attori, produttori e altre figure professionali del mondo del cinema, mentre i ragazzi della sezione “Impact” incontrano importanti personalità del mondo contemporaneo, con le quali si confrontano su tematiche attuali, controverse, in cerca di soluzioni. Emblematico è il caso di Giorgia, ventisettenne siciliana, che, di fronte al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha manifestato, in lacrime, tutta la propria incertezza per il proprio futuro: “Io le confesso, ministro, che ho molta paura, per il mio futuro. Io personalmente soffro di eco-ansia e alle volte penso che io non ho un futuro, perché la mia terra brucia. In questi giorni in Sicilia sta bruciando tutto. E io non so se voglio avere figli, sinceramente, ministro, io non lo so. Quindi la mia domanda è: lei non ha paura per i suoi figli, i suoi nipoti, non so?”. Il ministro ha cominciato a rispondere tremebondo: “Io ho la forza del dubbio, te lo dico sinceramente. Ma abbiamo il dovere, o io ho il dovere della carica che ricopro, ho il dovere verso di voi, e ho il dovere verso i miei nipoti”, e alle lacrime della ragazza ha aggiunto le sue.

“Chi non viene a Giffoni non può capire Giffoni”,  così ha terminato il suo discorso di chiusura di questa edizione del Festival il suo creatore e direttore, Claudio Gubitosi. In effetti, per capire appieno il fenomeno di questo festival e l’energia che sprigiona, occorre viverlo in prima linea, per sperimentarne l’euforia che continuamente si alimenta e moltiplica, che stimola i ragazzi che ne fanno parte, che li spinge a credere nei loro sogni, a portare avanti le loro visioni, perché ciò che inizia a Giffoni migliora davvero il mondo. Truffaut nel 1982 lo aveva descritto come “il più necessario dei Festival”, oggi sappiamo che necessario non basta più, perché un festival come questo non può essere che indispensabile. 

(www.giffonifilmfestival.it)

Pubblicato da Isabella Delle Monache

Isabella Delle Monache, classe 1994, nata a Città della Pieve, cresciuta a Latina, attualmente vive a Roma. Si laurea in Lingue e Civiltà Orientali all'Università La Sapienza e si diploma in recitazione presso la scuola Teatro Azione, prendendo poi parte come attrice a diverse produzioni cinematografiche. Dopo essere stata ammessa alla Scuola di Sceneggiatura dell'ANAC “Leo Benvenuti”, si appassiona enormemente al racconto cinematografico e attualmente frequenta il Master in Drammaturgia e Sceneggiatura dell’Accademia d'Arte Drammatica Silvio d'Amico. Scrive da sempre poesie e racconti. Ha viaggiato tanto e tutto ciò che ha visto o anche solo immaginato nei diversi luoghi del mondo continua a ronzarle in testa finché non trova forma nelle sue parole.

Lascia un commento